Tiberio Graziani, presidente dell’IsAG e direttore di Geopolitica, è stato intervistato dall’agenzia di stampa iraniana IRNA a proposito dei negoziati condotti dal gruppo dei 5+1 con Tehran (clicca qui per l’originale in lingua farsi). Il presidente Graziani ha dichiarato che il gruppo dei 5+1, riunendosi ad Almaty, la ex capitale del Kazkhstan, ha ben compreso che il processo di transizione geopolitica in atto dal sistema unipolare a quello multipolare è ormai in uno stato avanzato.
I negoziati relativi al dossier nucleare dell’Iran – ha spiegato Graziani – rientrano nel contesto di tale transizione. In particolare essi vanno interpretati sul piano geostrategico. Il sistema occidentale a guida statunitense, rappresentato nei 5+1 dalle nazioni vincitrici del secondo conflitto mondiale (USA, Gran Bretagna e Francia) e dalla Germania, tenta, con la proposta-baratto “meno nucleare in cambio di meno sanzioni”, di determinare la politica interna (mi riferisco in particolare alle prossime elezioni presidenziali) ed estera di Teheran nel lungo e medio periodo, al fine di consolidare la presenza strategica di Washington e dei suoi partner nell’area medio-orientale e centroasiatica.
La reazione di Teheran, ha proseguito il Presidente dell’IsAG, in questa prima fase del negoziato è stata ferma e risoluta riguardo alla questione della dismissione del centro nucleare di Fordo, richiesta con grande forza dalla signora Ashton, “ministro degli Esteri” dell’Unione Europea. Riguardo alla questione dell’arricchimento al 20% dell’uranio, il capo della delegazione iraniana Saeed Jalili si è dimostrato molto cauto e comunque più possibilista dei suoi omologhi dei 5+1, che su questo aspetto, vale a dire dall’apertura della delegazuione iraniana, sono stati presi in contropiede. La posizione iraniana appare dunque ispirata al pragmatismo ed al realismo: qualità che faciliteranno certamente il proseguimento dei negoziati previsto per aprile sempre in Kazakhstan.